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domenica 27 maggio 2007

Non comprendo l'utilità di questa vita.
Illuminatemi, dunque! I miei coetanei
amano consumarsi lentamente fino alla morte.
Agiscono così perché chiedono un amore tanto
grande da sembrare incolmabile. Allora
siedo davanti a lei che piange e muore.
Si dispera e non mi vede. Lacera se
stessa, pallida e smagrita, e non mi scorge.
La accarezzo e non mi sente. Le sfioro il
cuore e disperata si strappa i capelli.
Fin quando tollereremo questo baratro
accanto alle nostre vite?
Tanto desiderio di autodistruzione gela il sangue.
A vederti sofferente si appesantisce tanto
il mio cuore da soffocarmi il respiro. E nessuno
mi risparmia i pugni in pancia.

lunedì 21 maggio 2007

I tuoi occhi parevano lapislazzuli:
ad ogni sguardo un sussulto al cuore.

domenica 20 maggio 2007

Il pensiero è ospite sgradevole: appesantisce il fiato,
immobilizza il cuore e soprattutto sporca. Sporca
le parole, sporca i gesti, sporca le azioni.
E' la serenità del deserto che mi spaventa:
distendersi sulle dune, respirare
la sabbia sospinta da caldo scirocco.
Qui le mie sensazioni si espandono
ed io perdo quei confini di cui ho
disperatamente bisogno. E mancano
i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo respiro.
Perché non v'è pietà per l'amante indesiderato?

sabato 19 maggio 2007

Piango la tua mancanza come fossi un bambino.
In fondo patisco l'amore con la debolezza di un bambino.
Sulla sommità di una duna, per una
seconda volta, osservo gli occhi della donna
amata rinchiusi dentro un'imperiosa torre.
"Allontanati oscuro cavaliere", mentre la
lingua di uno sciacallo lecca candide labbra.
Opprime il cuore il rumore di cancelli chiusi alle spalle.
L'esilio trascina il pensiero lontano e costringe il condannato
a sopravvivere. Al di là delle invalicabili mura qualsiasi
suono è gioia, al di qua ogni momento è una fatica indicibile.
Sebbene la sensazione di abbandono lentamente
corroda l'anima, la necessità imperiosa è quella di sopravvivere.
L'invidia per le torri, che troneggiano sulle città, sia solo un
attimo di debolezza, giacché prima o poi esse cadranno con
fragore paragonabile alla loro altezza. Che il mio pensiero
fugga lontano, verso una nuova patria, ove l'amore è senza prezzo.
Frattanto il deserto mi fortifichi, come sempre ha fatto
senza chiedere nulla in cambio.

venerdì 18 maggio 2007

Sii gioiosa mia principessa, poiché avrai il mio
amore silenzioso. Nè altro chiederò.
Mi farei giullare anche innanzi alle mie persone più care,
se questo servisse a restituire il sorriso al tuo bel viso.
L'anima mia è a pezzi. L'armatura risuona,
sebbene brunita dalle mie lacrime. Rimane
il silenzio e una mano tremante. Rimane
la coscienza dei miei errori e la necessità di
salvare il sentimento. La speranza è che tu
un giorno possa finalmente abbracciare il mio
cuore. L'attesa è solo un lungo e pesante cammino
verso ciò che è visibile solo agli occhi di un bambino.
Senza dubbio l'esilio è la pena adatta
alle mie colpe. I tuoi occhi perforano
la mia corazza e un azzurro intenso
spegne il rosso del mio cuore. E' una
perdita incalcolabile, un errore
di valutazione imperdonabile.
il tuo viso così bianco.
Il tuo sorriso tanto lontano.
Quali errori trascinano i miei versi!

giovedì 17 maggio 2007

L'amore corrisposto elimina
i presupposti della poesia sentimentale.
Perchè un altro amore infelice
vuole aggiungersi ai miei ricordi?
Non supero il trauma: esso semplicemente
si stratifica nella mente e opprime
il cuore fino all'assuefazione, quasi
un drogato di dolore.
Liberatemi da quest'incubo.
Come potrei continuare a scriverti,
ben sapendo delle violenze a cui
sei sottoposta? Rassegnarmi a lasciarti
in mani tanto insensibili strazia il
mio cuore. Ancora una volta osservo
impotente alla distruzione di un amore.

martedì 15 maggio 2007

Ombre danzanti, i miei occhi viaggiano nel vuoto.

A fatica mi distendo su di un monte. ladri di sogni
vagano senza meta. La fine, forse, è solo un nuovo inizio.
Chiudo la visiera dell'elmo.

Ombre danzanti, i miei occhi viaggiano nel vuoto.

Non fatemi ridere, pace? Scorgo solo i fumi della guerra.
Roccia, il mio animo rimane immobile; ghiaccio,
il cuore si espande nel petto.

Ombre danzanti, i miei occhi viaggiano nel vuoto.

Impeto, carica, affondo. Immobile oltre l'ostacolo,
sangue e saliva si impastano in bocca. L'aria riempe
i polmoni, la vista punta lontano.

Ombre danzanti, i miei occhi viaggiano nel vuoto.

Si arriccia il naso, si accorcia la corsa del respiro.
Le spalle sono un enorme armadio vuoto. Il passato
è nulla, il presente è violenza, il futuro solo fantasia.

Ombre danzanti, i miei occhi viaggiano nel vuoto.

Non importa. E' solo sogno senza piedi. Innanzi alla barbarie,
alla violenza, all'ignoranza cieca e priva di senno, il mio pettorale
è saldo e l'anima risuona di nuova energia.

Ombre danzanti, i miei occhi viaggiano nel vuoto.

La fine è solo un nuovo inizio... La fine è nuovo inizio.
Veloce, il vento ripercorre sentieri noti.

lunedì 14 maggio 2007

Rimanere saldi, nonostante il terrore
sparso intorno. Focalizzare i pensieri,
nascondere lo sconforto, stringere i denti
dopo un profondo respiro. Sentire la forza
salire dalle gambe fino al cuore.
E' la disperazione che assale il cavaliere dopo
uno scontro condotto alla vittoria. Cavaliere mai
voltarsi indietro, troverai solo lacrime.
Io ti amo...

domenica 13 maggio 2007

Il mio posto è senza dubbio sbagliato.
Sia lode al giusto che rimarca segnatamente
il mio errore. Ma io amo. A cosa può servire
urlarmi contro?
Amo il mio lupo. Ha occhi di ghiaccio, zanne affilate,
coraggio sfrenato. Ma è l'incoscienza a lasciarmi
senza parole. Là dove scappare sarebbe l'unica azione
razionalmente affidabile, l'animale rimane invece fermo,
annusando semplicemente l'aria.
Per dimenticare un amore fallito
è necessario il sesso sfrenato.
Sembra uno slogan pubblicitario.
Superficialità, quella si che è sfrenata.
A passo lento. Miei cari, gli occhi volano,
il cuore preme dentro il petto. Adesso,
veloci, rincorretemi.
Serenità? Rido. Trovatemi un posto e lì
mi strapperò il cuore.
Adesso questi versi sono solo veleno.

sabato 12 maggio 2007

"Non guardarla, non chiamarla, non amarla.
Soffri e muori". Esiste sempre un caporale
pronto a comandare.
Ritengo che quel che chiamo poesia si stia
lentamente avvelenando. Vi chiedo umilmente
perdono, purtroppo ho smarrito l'antidoto.
Quanto è facile perdere ogni cosa in pochi istanti.
Costruiamo carriere, famiglie, sentimenti e
soprattutto amori, e poi?Poi ogni cosa
svanisce in una nube di vapore, il velo
dell'illusione si squarcia e nulla più rimane,
solo vuoto e in mezzo una fioca luce, forse
speranza. Speranza o solo una lucciola?

Adesso vi racconto il mio stato d'animo.
Come un cavaliere sconfitto, braccato e
follemente attaccato alla vita. Elmo sfondato,
corazza ammaccata, pesante e ingombrante
per una fatica infinita. La lancia? La lancia
fa ridere, spuntata, spezzata, arrugginita, buona
nemmeno come legna da ardere. E il cavallo?
Quale cavallo? Quel quadrupede sfinito?
Stramazzato al suolo, suppongo per infarto.
Durante la fuga non mi è stato possibile nemmeno
seppellirlo. Adesso? Adesso cerco riparo, riposo,
cerco un luogo ove poggiare la mia schiena disfatta
dal peso dell'armatura. Quale illusione!
Giaccio sotto una pioggia torrenziale, immobile,
gli occhi fissi al cielo, immaginando, sperando
che il cielo stesso possa indicarmi una qualsiasi
direzione indicante una futile salvezza.

E' un'enorme città, cinta da gigantesche e
granitiche fortificazioni. Dentro potenti
dominano dall'alto di un mastio e dettano
leggi infami. Risalta alla vista l'enorme massa
di fuoriusciti che, all'esterno della cinta muraria,
mendica una vita di sussistenza, grattando le alte
mura con unghie divelte dalla fatica e dalla
disperazione. Un plauso a chi ha accoltellato
la speranza, squarciando quel velo di illusione
a cui l'uomo insensatamente si aggrappa.
A viaggiare attraverso i mendicanti somiglio
più a un bambino che a un nomade.

venerdì 11 maggio 2007

Cammino a piedi nudi su conchiglie spezzate.
Mordo le labbra per diluire il dolore.
Che il mio sangue emorragico disseti
radici di pianta carnivora.


versi ispirati ad una poesia composta dalla
donna che infelicemente amo. Quale amore
dona felicità?

giovedì 10 maggio 2007

Occhi di lupo guidatemi attraverso il sentiero.
Quanto pallore su questo tenero viso! Faremo in tempo?

mercoledì 9 maggio 2007

Rondine, taglio l'aria e nidifico tra le tue labbra.
Libellula, delicatamente sfioro il tuo viso.
Serpente, strisciando cingo il tuo collo.
Lupo, la passione perde il freno:
i tuoi occhi si riempono di piacere.
Scomodo, emarginato. Censurato, allontanato.
Perseguitato, picchiato. Sono un siciliano di merda.
Musa pedestre, scalza, sporca e priva di fascino.
Lontano da un'oasi, la solitudine è anche sopportabile,
ma la privazione che ne consegue appesantisce ogni respiro.

lunedì 7 maggio 2007

Questa è bella: un gallo mette in gabbia un cigno,
che rischia di mutare in corvo.
Il sereno! No, che io non mi illuda. E' un'oasi,
solo un'oasi. Mi abbevero, mi disseto, ma
il deserto è qui a fianco e il viaggio è così lungo.

domenica 6 maggio 2007

L'incapacità di comprendere la sofferenza altrui
mi gela il sangue. Non parlo di indifferenza,
è l'insensibilità a indispormi verso gli altri e
verso me stesso! Come dire: mi scoppia
il cuore per la mia insensibilità.
Felice! Certamente allegro. Sereno?
Forse un pò triste. Seduto a guardare il cielo,
aspetto una tempesta di sabbia.

sabato 5 maggio 2007

Indifferenza forzata. Spesso si sacrifica qualsiasi cosa
per una grigia serenità personale.

giovedì 3 maggio 2007

Non voglio. No, mi rifiuto di sottostare ad una tale infamia.
I miei sentimenti non sono merce di scambio.
Non scorgo io tuoi occhi, solo orbite vuote.
Chi ha più visto lucciole volare? Perdiamo la Natura,
il nostro io si dissolve in mezzo all'aria putrefatta.
Una luce fioca dentro una profonda caverna.
Oh no! Non spegnerti. Ecco, il buio.
Non vedo più nulla.

mercoledì 2 maggio 2007

Sdraiato sul greto di un fiume,
la mia mano immersa nell'acqua.
Finalmente il sonno, non svegliatemi.

martedì 1 maggio 2007

Sembra che il deserto rimanga la mia fissa dimora.
Esule, vagabondo e predone, trovo cuori saldamente
sbarrati e alte mura di cinta, coronate da mostruosi merli.
Spesso braccato, mi celo fra le dune in attesa di una tempesta
che possa confondere il mio respiro con l'ira del vento.
Misuro la residua speranza con la sete, mentre lontano
giganteschi incendi divorano case e città. La bava di un enorme
lupo pulisce il mio viso e io, aggrappato alla sua pelliccia, fuggo
tra le macerie fumanti di metropoli scomparse e di imperi in
sfacelo. Non rimpiango nulla, la distruzione mi precede
senza seguirmi e il mio scopo è una egoistica difesa
senza soccorso. Non sciacallo, ma cavaliere errante,
viaggio tra la sabbia e vivo.
Quanto vale sacrificare l'unità d'intenti in favore
di una libertà personale illusoria e omologata?
Primo maggio. Non si vive, al massimo si sopravvive e pure male.