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martedì 1 maggio 2007

Sembra che il deserto rimanga la mia fissa dimora.
Esule, vagabondo e predone, trovo cuori saldamente
sbarrati e alte mura di cinta, coronate da mostruosi merli.
Spesso braccato, mi celo fra le dune in attesa di una tempesta
che possa confondere il mio respiro con l'ira del vento.
Misuro la residua speranza con la sete, mentre lontano
giganteschi incendi divorano case e città. La bava di un enorme
lupo pulisce il mio viso e io, aggrappato alla sua pelliccia, fuggo
tra le macerie fumanti di metropoli scomparse e di imperi in
sfacelo. Non rimpiango nulla, la distruzione mi precede
senza seguirmi e il mio scopo è una egoistica difesa
senza soccorso. Non sciacallo, ma cavaliere errante,
viaggio tra la sabbia e vivo.

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